Nipotina separata dai nonni
- Posted by demo
- On 14/01/2015
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Anno 2002. Due genitori in fase di separazione.
Lei accusa il marito di abusi sessuali sulla figlia.
Il Tribunale di Torino decide la sospensione dei
rapporti anche con i familiari del padre, per evitare
ulteriori sofferenze alla minore, e la affida alla
custodia dei nonni materni, con diritto di visita
da parte della madre.
I nonni paterni, addolorati a causa della negazione
del diritto di visita, chiedono al Tribunale
di essere autorizzati ad incontrare la nipotina.
Nel 2003, i servizi sociali, incaricati dal tribunale,
esprimono un primo parere favorevole: i nonni
possono incontrare la bimba, ma solo in presenza
degli psicologi dei servizi stessi.
Giustissimo.
Si sa, i nonni possono essere terribili con
i nipoti, e quindi ben venga la presenza di
estranei, psicologi, che, nei loro uffici caldi
ed accoglienti, predisposti proprio per creare
un clima favorevole agli incontri familiari,
salvaguardino e tutelino la sensibilità e
l’incolumità della bambina dalle grinfie di
due agguerriti e bellicosi vecchietti.
Per tre anni i nonni vanno a questi benedetti
incontri … ma, la nipotina non viene mai
convocata dai servizi sociali.
I servizi sociali, tuttavia, apprezzando
la disponibilità e la pazienza dei nonni
alla partecipazione a questi sicuramente
piacevoli e solitari incontri con il loro personale,
e verificata la mancanza di pericolosità sociale
da parte dei vecchietti, esprimono parere
favorevole affinché la bimba incontri
finalmente i nonni.
Nel frattempo, il padre viene assolto con
formula piena (perché il fatto non sussiste!)
dall’accusa di abusi sessuali, ma gli psicologi
dei servizi sociali che fanno?
Esprimono parere negativo in merito al diritto
di visita dei nonni, in quanto la bimba,
incontrandoli, avrebbe potuto essere traumatizzata
perché questi le ricordavano il padre, ormai assolto … (!?).
Il Tribunale, tra una scartoffia e l’altra, condivide
il parere dei servizi e nega il diritto di visita.
Intanto, la bimba ed i nonni non si sono ancora incontrati.
Per farla breve, stanchi della giustizia italiana,
i nonni ricorrono alla Corte Europea, a Strasburgo.
La Convenzione Europea, infatti, stabilisce (art. 8)
che ogni persona ha diritto al rispetto della propria
vita privata e familiare.
A questo punto, il giudizio della Corte nei confronti
della nostra giustizia è molto duro. Essa ribadisce che:
Il diritto alla vita privata e familiare include la piena
realizzazione dei rapporti tra nonni e nipoti, che
deve essere assicurato con contatti frequenti.
La realizzazione dell’interesse del minore impone
prudenza e cautela, ma deve essere assicurato
anche in tempi rapidi, perché il decorso del tempo
(che in Italia è sempre eccessivo per tutto) può
avere conseguenze irreparabili nei rapporti familiari.
L’inerzia e i ritardi dei servizi sociali, hanno
causato la mancata realizzazione del diritto
di visita tra i nonni e la nipote.
Se vero che le misure di protezione del minore
possono comportare la riduzione dei contatti
con i familiari, nel caso in questione le autorità
responsabili, forse più attente alle carte che alle
persone ed ai loro legami, non hanno usato
la dovuta diligenza.
Vi è stata una grave incongruenza tra la sentenza
di assolvimento del padre dalle accuse di abusi
sulla figlia e la negazione del diritto di visita ai nonni,
il tutto aggravato dai tempi biblici della giustizia italiana.
In conclusione, la Corte europea (gennaio 2015)
condanna l’Italia anche al risarcimento del danno
in favore dei due nonni … ormai morti alla fine del 2014.
Giustizia è stata fatta!
Chissà se pagheranno, in qualche modo,
anche i responsabili di tutto ciò?
Ciao.
Alla prossima
Avv. Gennaro De Natale
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